sabato 6 ottobre 2007

La Caduta di Boonaburra


Si soffre
persino a gettare
free-drinks sul bancone.

Dragàti i tuoi resti
tra morchie di stagni
conservi i residui
in bricolla e risali.

Dal colmo delle forre
il flusso si fa gromma
incastrate
sinapsi elettriche e le azioni.

Se venissi ti direi:
Prego, siediti sul Klippan
soltanto ghiaia
ciò che porti sulle spalle;

ma per il Ponte di Varolio
coi ceppi stretti alle caviglie
dalla gola raggiungi un'altra volta
l'estremità più alta.

Tuo padre china il capo e si fa mugghio.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non c'è che dire. Graficamente ottimo, mica come il mio. La caduta... sì, bruciare era un piacere. Ciao Lori, divina

Manu ha detto...

ho solo scelto uno sfondo diverso...che poi a quanto pare non si visualizza nemmeno come dovrebbe.
Gìà è una caduta, perchè adesso sei il figlio del vento nel gabbio.
Ma è con la caduta che inizia la storia.

Ciao Andre, deus ex machina.

Anonimo ha detto...

Scrivi delle poesie dal senso che sfugge, ma quelle parole sono in grado comunque di smuovermi qualcosa dentro